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Con parole dell’anima…

In un ininterrotto canto di lode, che si dipana tra racconto e preghiera, Agostino nelle Confessiones ringrazia Dio per l’intero corso della vita, prima dissipata per rincorrere le giovanili passioni carnali e poi rinnovata, nella bellezza spirituale, dalla grazia di Cristo. Seguendo la narrazione, il lettore si inoltra nei meandri dell’anima, contrassegnata da luci e ombre.

E l’esplorazione della parte più nobile della creatura è delineata «con parole dell’anima», comunicate non tanto a Dio, che di quell’anima non ignora nulla, ma agli uomini, affinché conseguano la conoscenza di sé. In ciò che per l’uomo resta un abisso insondabile, Dio infonde un’illuminazione, manifestandosi come oggetto di amore e di desiderio. E la parola, che trova la sua scaturigine dall’interiorità, assume l’effetto di un bagliore di luce, che squarcia tenebre e silenzio e rischiara quanto di sé l’uomo ignora.

Un analogo effetto produce l’arte del maestro Antonio Poce: una pagina agostiniana, unita al segno grafico e ai colori dell’immagine, inducono il fruitore dell’opera a sostare e lasciare che verba e signa, parole e segni, possano originare – come avrebbe auspicato il vescovo di Ippona – un beneficio spirituale, aprendo il cuore alla bellezza di Dio.

Il segno e il contenuto della parola collaborano in armonia a tratteggiare dell’anima le pieghe nascoste e al tempo stesso la magnifica tensione verso la verità, l’amore, la beatitudine; consentono di percepire luci, voci, odori di una conoscenza intellettuale che procede al di là dei limiti dell’esperienza sensoriale; aprono alla grandezza e alla sacralità della memoria, come strumento per contemplare Dio nella sua infinitezza e potenza creatrice.

L’uomo rischia di disperdersi quando cade «in piaceri sfibranti», trascurando i beni eterni che riceve da Dio, fonte della bellezza che non passa. Ed ecco il compito che Agostino affida agli artisti: richiamare l’uomo ai valori che non passano, gli unici da ricercare, esprimere e godere, se si vuole appagare la sete della conoscenza di sé ed aspirare alla vita divina, che colma il desiderio universale della felicità.

                                                                          Padre Pasquale Cormio OSA

                                                                 Istituto Patristico Augustinianum, Roma

 Antonio Poce

  Visual Artist

 


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