ANTONIO POCE
Visual Artist
Suoni del tempo immobile
Ricordo bene quando vidi per la prima volta ilinx (1985) per clarinetto solo; mi impressionò la qualità della scrittura, ricca di idee e di invenzioni grafiche ma soprattutto mi sorprese, in uno strumento solo, la disposizione su tre pentagrammi.
Una scelta nata da una reale necessità di scrittura e, prima ancora, di pensiero: sui tre pentagrammi scorrono tre idee diverse e in tre registri ben distinti, basso, medio e acuto. La soluzione grafica segnala e rafforza la corrispondente spazialità sonora conferendo, contrariamente alle attese, per un brano monodico, una tridimensionalità, una profondità che lascia trasparire un'ispirazione musicale intimamente radicata nel pensiero visivo.
Ascoltando Seme del tempo (flash-opera del 1996, su testo di Giovanni Fontana), analogamente notai nell'uso delle parti strumentali un carattere fortemente materico; le idee musicali si imponevano per evidenza quasi scultorea, non erano affatto soggette ad una sintassi tradizionale, ma ad un controllo formale come di chi soppesa linee, superfici e volumi.
Altri esempi ci sarebbero o resoconti di discussioni amichevoli e appassionate, esperienze condivise.
Ma qui c’è spazio per segnalare solo l'uso sistematico, nella prassi compositiva di Antonio, di una versione analogica della partitura in forma puramente grafica, quale strumento di sintesi formale, utile per vedere tutto il tempo condensato in uno spazio percepibile unitariamente.
Ora, nelle opere visuali raccolte per la prima volta, leggo la prospettiva inversa: un'ispirazione musicale che guida e informa la dimensione visiva e che ricorda, sorprendentemente, i caratteri della sua musica: la semplicità ricercata e consapevole degli elementi fondamentali, la parsimonia nell'uso di colori, la concentrazione e il controllo imperativo sulla forma complessiva.
Il suono vi aleggia come fantasma dispettoso, in primo luogo per la presenza dei testi. I quali appaiono sempre come versi, anche se in prosa, pronti per essere cantati. La musica è nelle forme e nei colori, ma anche nella tridimensionalità tattile dei vari materiali utilizzati.
Se il tempo musicale prima era congelato in uno spazio astratto, ora la superficie immobile delle opere grafiche è agitata da inarrestabili vibrazioni musicali.
Luca Salvadori
